I
primi passi
- Diciamo che la nascita della fotografia inizi con
l'applicazione del principio della "camera obscura"
che a partire già dal 15OO risalgono le prime applicazioni.
- Ma già
Aristotele (IV sec. A.C.) osserva che i raggi del sole che
passano per una piccola apertura producono un’immagine
circolare sulla parete opposta. Nel 1200 infatti, il monaco
inglese
Ruggero Bacone osserva che all'interno
di una camera buia, praticando un piccolo foro su di una
parete, si può vedere un' immagine confusa dell'esterno
proiettata capovolta sulla parete opposta.
- Anche Leonardo da Vinci per i suoi studi di anatomia
sulla vista ne fa riferimento.
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Camera Obscura del 1700 |
- Il semplice buco (foro stenopeico), durante il
'6OO viene rimpiazzato da una lente a menisco e la camera
obscura si trasforma lentamente in una scatola con uno
specchio che rinvia l'immagine su un vetro, dove con un
foglio è possibile ricalcarla.
- Il salto di qualità arriva dopo
cento anni, quando il monaco Johann Zahn (1685),
progetta una camera oscura con specchio a 45° dietro la
lente per rinviare l’immagine verso l’alto e consentire un
più facile ricalco sul vetro smerigliato.
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1556. L’alchimista Georgius
Fabricius rileva che la "luna cornea" (cloruro d’argento) annerisce con
l’esposizione alla luce.
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Il francese Joseph-Nicéphore Niépce
nel 1826 riesce ad impressionare una lastra litografica
(eliografia), si tratta della fotografia più antica
mai ritrovata. E' conservata presso l’Università del
Texas ad Austin.
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William Henry Fox Talbot nel 1833 ottiene su
carta al nitrato e cloruro d’argento l’immagine negativa e spiega
come è
possibile ottenere un’immagine positiva da una negativa: nasce il concetto
della stampa a contatto.
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L’anno fatidico per la
storia della fotografia è il 1839. È quello della nascita della fotografia
ed il padre ufficiale è Daguerre. Il
dagherrotipo non era la migliore proposta: era costoso e l’immagine non
era facilmente visibile sulla lastra a specchio, la copia era unica ed
appariva con i lati invertiti.
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Il funzionario Hippolyte Bayard
aveva messo a punto un sistema decisamente più avanzato, la
calotipia. Le
immagini erano ottenute esponendo nella camera oscura un
foglio di carta al cloruro d’argento che veniva sviluppato
in una soluzione di ioduro di potassio.
Nasce ufficialmente la
fotografia
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Il 7
gennaio 1839 François Arago presenta all’Accademia di Francia i dettagli del
processo fotografico.
- 1839.Enrico Jest fabbrica a Torino il primo apparecchio italiano per dagherrotipi. In
novembre Alessandro Duroni importa a Milano i primi apparecchi Daguerre-Giroux.
- Dal 1840
lo sforzo è mirato al miglioramento dei materiali
sensibili. Dal dagherrotipo al collodio umido, il salto è
grande perché la sensibilità dell’emulsione aumenta di dieci
volte. Un determinante impulso alla qualità viene offerto da
Frederick Scott Archer
con la tecnica del collodio umido. Il procedimento prevede la
sensibilizzazione della lastra poco prima dell’uso, ciò richiedeva però
l’esposizione con la lastra ancora umida. Ma l’alta sensibilità e la
definizione delle lastre al collodio umido, fanno sparire dalla
circolazione le negative di carta e quelle all’albume. Il grande balzo
tecnico, però, è del 1871 quando Richard Leach Maddox, annuncia un sistema
per la produzione delle lastre a secco al bromuro
d’argento.
Fotografia a colori
- Acquisita la tecnologia per
fermare le immagini, ha inizio la corsa verso il colore. Dopo anni di
coloriture a mano all’anilina, nel 1861 il fisico scozzese James Clerk
Maxwell ottiene la prima immagine a colori visibile solo proiettando
contemporaneamente tre negativi ottenuti attraverso i filtri rosso, verde
e blu (oggi diremmo in RGB). Qualche anno dopo, Louis Ducos du Hauron
ottiene la prima stampa fotografica a colori con la tecnica della
tricromia; du Hauron, al contrario di Maxwell, usa per la ripresa filtri
nei colori complementari stampando, poi, su carta al carbone con pigmenti
dei tre colori primari.
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Sono, questi, gli anni di Gaspard-Félix Tournachon,
in arte Nadar. Ma anche della fotografia stereoscopica, dei primi
reportage di guerra, della fondazione di moltissime industrie:
Voigtlaender, Zeiss, Steinheil, Dallmeyer, Agfa, llford, Kodak, Konica,
Leitz.
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Anche l’Italia, benché in condizioni di
arretratezza industriale, ha le sue firme: Michele
Cappelli, i Murer, gli Alinari, la scuola Bresciana di
Francesco Negri e Giuseppe Allegri, Carlo
Ponti e tanti altri.
-
Nel 1888, George Eastman, uomo di frontiera e
capitano d’industria, capisce che il momento è venuto, e lancia la Kodak
N.1, è il primo apparecchio di massa, a lui va riconosciuto il merito
di aver reso popolare l’uso della macchina fotografica.. La
pellicola per 100 pose circolari deve essere caricata in
fabbrica. Da quel momento non fu più necessario essere
esperti per scattare una fotografia. Bastò "premere il
bottone", proprio come ricordava l’astuto slogan
pubblicitario "Voi premete il bottone, noi facciamo il
resto".
- 1889. Nasce a Firenze la Società
Fotografica Italiana.
-
1889. Kodak commercializza la prima
pellicola in rullo su supporto trasparente di celluloide. L’Agfa inizia a produrre materiale
fotografico.
-
1890.
Nasce a Brescia il famoso studio fotografico Giovanni
Negri, che assume immediatamente una forte
caratterizzazione di testimonianze ambientali e produttive
di carattere commerciale, documentario e promozionale. La
grande raccolta fotografica acquisita negli anni portano
alla costituzione della "Fondazione Negri"
-
Dopo tanti esperimenti, nel 1891,
Gabriel Lippmann, professore alla Sorbona, perfeziona il
procedimento di
cromofotografia, di estrema complicazione, ciò nonostante, gli varrà, nel
1908, il premio Nobel per la fisica.
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1893. Zeiss realizza l’obiettivo Planar a sei
lenti.
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1900. La Kodak lancia la prima Brownie, un nome che
verrà utilizzato per centinaia di modelli fino agli anni
Cinquanta.
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Il salto tecnico avviene nel
1907 con il lancio dell’Autochrome ( lastra a colori realizzato con
fecola di patate) dei fratelli Auguste e Louis Lumière
quelli stessi che, 12 anni prima, avevano dato vita al cinematografo.
- 1908. Louis Dufay commercializza
le lastre Dufaycolor per fotografia a colori con sintesi additiva. Il
sistema avrà successo per più di vent’anni.
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1908. Edouard Belin tenta l’invio di immagini via
telefono. Il suo belinografo è l’antenato del fax.
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Calotipia:stampa con negativo su carta
Stampa eseguita in Dagherrotipia
Pittore Fotografo G.Allegri
Studio G.Negri
Laboratorio Negri
Lastra a colori di Lumière.
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La
Pellicola
Dopo molti anni
spesi nella ricerca della lastra migliore, l’industria comincia
a pensare alla praticità degli apparecchi, agli obiettivi e agli
accessori.
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1913, Oskar Barnack, un tecnico della Leitz
disegna un apparecchio fotografico tascabile adatto alla pellicola 35mm
perforata per cinematografia. Dopo la Prima Guerra, nel 1925 l’idea viene ripresa
e lanciata dalla Leica I
-
Nei
primi anni del '900 si diffuse molto la cosiddetta "Cartolina
fotografica", riprodotta in copia su cartoncino
fotosensibile dalle dimensioni di una cartolina postale e
con il retro già prestampato per l'inserimento
dell'indirizzo e l'applicazione del francobollo.
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1917. Dalla fusione di tre piccole ditte giapponesi
nasce la Nippon Kogaku K.K., che fabbricherà le Nikon.
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1920. La Film, Fabbrica Italiana Lamine Milano,
produce le prime emulsioni fotografiche. Diventerà la Ferrania.
-
Compaiono così sul mercato la
Rolleiflex, la Contax e la Kine-Exakta.
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1928. Kazuo Tashima fonda la
ditta che diventerà la Minolta (Machinery and Instrument Optical by
Tashima).
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1928. La Kodak produce la
pellicola cinematografica 16mm a colori Kodacolor.
-
Kodachrome e
l’Agfacolor aprono la strada al boom della fotografia a
colori.
- 1935. Su ordine di Hitler la
Zeiss realizza l’Olympia Sonnar 180mm f/2,8
per la fotografa delle Olimpiadi di Berlino.
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1936. E’ l’anno della reflex 35mm. A Dresda la
Ihagee lancia la Kine-Exakta con mirino a pozzetto. Per anni considerata
la prima fotocamera del genere, è certamente quella che ha avuto un vero
seguito industriale.
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1936. Entra in commercio la pellicola Agfacolor-Neu
in caricatori da 36 pose, sensibilità 7 Asa.
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Negli anni Trenta,
anche il Giappone entra nella lista dei poli fotografici.
La Canon, nel 1935, presenta la prima fotocamera 35mm
a telemetro giapponese. In Europa
e negli Stati Uniti le industrie fotografiche migliorano le proprie
produzioni. Harold E. Edgerton lavora al flash elettronico, l’Agfa
e la
Gevaert alla tecnica del trasferimento dell’immagine da cui
deriveranno i sistemi di fotocopiatura usati fino agli anni
Sessanta e la fotografia a sviluppo immediato. La Konishiroku introduce la prima pellicola
invertibile a colori made-in-Japan.Anche l’Italia si distingue con
gli apparecchi Murer, gli obiettivi Koritska, le lastre
Cappelli. Le pellicole migliorano costantemente in definizione ed in
sensibilità.
- 1948.Finita la guerra, l’industria è
pronta a riprendere il suo cammino. Edwin Land lancia la macchina
fotografica a sviluppo immediato.
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L'industria Italiana
particolarmente attiva lancia la prima negativa a colori
nazionale, la Ferraniacolor. Nasce il fenomeno Rectaflex, la prima
reflex con pentaprisma, la Janua della San Giorgio, le piccole Ducati
mezzo formato, la Ga.Mi. 16 mm della Galileo, le Closter, la
Sonne a
telemetro, le Gamma, le Iso, le Durst. Purtroppo di tutte le case italiane, solo la
Bencini, la più commerciale, ha continuato fino agli
anni Ottanta a produrre macchine fotografiche molto modeste.
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1954. Kodak introduce la Tri-X, da 400 Asa. E’
ancora in produzione.
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1955. Il supporto delle
pellicole è di triacetato scarsamente
infiammabile.
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1955. Kodak lancia la pellicola
per diapositive Ektachrome High Speed: 32 Asa è il massimo del
momento.
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1956. La Praktica FX2 è la prima reflex dotata di
meccanismo interno per la chiusura del diaframma degli obiettivi a
preselezione.
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1959. Viene commercializzata la pellicola
Polaroid 3000 (3000 Iso) per apparecchi Polaroid Land, è la più sensibile
mai realizzata: 26 diaframmi più sensibile delle lastre di Daguerre.
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1959. Voigtlaender introduce il primo
zoom
fotografico, lo Zoomar 35-83mm f/2,8.
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Nikon presenta
la prima reflex 35mm professionale per
eccellenza: Nikon F.
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L’Agfa commercializza la
Optima, la prima fotocamera completamente automatica.
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1964. La Ferrania diventa
americana, la IFI della famiglia Agnelli vende alla 3M che acquista
anche la Dynacolor.
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1964. La Voigtlaender lancia la Vitrona, la prima
35mm dotata di flash elettronico incorporato.
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1965. La Konica Autoreflex
è la
prima reflex 35mm ad esposizione automatica con priorità dei
tempi.
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Negli anni '60 il Giappone
sbaraglia il campo, il made-in-Japan mostra tutta la sua potenzialità e l’elettronica
comincia a fare capolino in fotografia. Mentre di dibatte tra il
valore dell’automatismo contro il manuale, la Kodak introduce con
grande successo il formato 110 Pocket Instamatic , la
Zeiss, decide di abbandonare la
produzione di apparecchi fotografici.
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1969. A Milano debutta il Sicof,
la vera fiera della fotografia in Italia.
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Proseguono gli studi sulla messa a
fuoco automatica. Quello della Honeywell non è convincente per le reflex,
ma funziona egregiamente sulle compatte.
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1971. Kodak presenta le cineprese XL per filmare a
lume di candela.
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Gli
anni '70 vedono il declino della Kodac e della Polaroid,
dovuta in gran parte all'agguerrita
concorrenza delle case giapponesi e per la caduta del
mercato
della fotografia a sviluppo immediato.
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1975. la Sony apre l’era della videoregistrazione domestica con il
Betamax. Certa di
conquistare il monopolio mondiale del settore, ma non concede licenze ai
concorrenti ed in dieci anni il suo sistema scompare, sconfitto dal VHS
della rivale Matsushita.
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1975. La Honeywell brevetta il Visitronic, il primo
sistema per la messa a fuoco automatica.
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1976. La prima fotocamera 110 usa e getta, la Lure,
è commercializzata dalla Bic col nome Blick.
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1979. La Konica FS-1 è la prima reflex 35mm con
motore incorporato.
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1980. Chiude la Weston Instruments, il famoso
produttore degli omonimi esposimetri e la Heurtier:
produceva proiettori cinematografici.
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1980. Sony presenta il prototipo di videocamera
8mm.
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1980.Giorgio Giugiaro disegna la uova professionale
giapponese Nikon F3.
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1981. Pentax presenta la
reflex ME-F, piazzando il
modulo autofocus all’interno dell’apparecchio che poteva, così, comandare
la regolazione della messa a fuoco di uno zoom motorizzato.
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1982. La Jvc lancia il VHS-C, la cassetta compatta
compatibile con il VHS.
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1983. Kodak sospende la
produzione di cineprese super-8.
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La giapponese Sony di Akio Morita presenta la
Mavica,
una brutta reflex che registra 50 immagini a colori su un floppy-disk e
consente di rivederle immediatamente su un televisore. A quasi 150 anni
dal dagherrotipo, a Tokyo, si apriva un nuovo capitolo della storia della
fotografia: quello dell’immagine elettronica.
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Sanderson-1900
Rectaflex (1950)
Rectaflex-Rotor
per uso militare
Polaroid 3000
Johann Christoph Voigtländer
Betamax Sony
Cassetta VHS-C
con adattatore per VHS
Mavica con Floppy-Disc |
La Fotografia
Digitale
-
L’industria fotografica presto
si rende conto del declino della fotografia tradizionale e
fa perno sulla reflex autofocus e lo still-video, cioè l’immagine elettronica.
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Nel 1985,
la Minolta 7000 sconvolse realmente la concorrenza che risveglierà
il
mercato. Sistemi autofocus davvero affidabili, velocissimi e, sempre più spesso,
insostituibili anche per i professionisti. E con lo sviluppo
dell’autofocus sono stati perfezionati i sistemi di misurazione
dell’esposizione.
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1992. Attesa per oltre venti anni, ecco la Nikon
RS, la reflex subacquea.
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Nel 1996, mentre in commercio cominciano a
giungere nelle vetrine le prime fotocamere digitali di prezzo
medio, cinque case lanciano con scarso successo l’Advanced Photo
System, che permetteva tra le novità la scelta
del formato di stampa.
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Con prezzi abbordabili e qualità nettamente
migliorata, il digitale attira l’interesse di un mercato che è ormai
attratto al computer e alle nuove tecnologie. Il fatto di poter scattare,
vedere l’immagine sul piccolo monitor e poi stampare in casa delle copie a
colori, è un argomento vincente.
-
Nell’anno 2000, saranno più di 10 milioni le fotocamere
digitali vendute.
Ciò detto, penso che il digitale non soppianterà del tutto la
fotografia tradizionale, perché questa è fortemente radicata nella
cultura, nelle abitudini della gente e di cui è soddisfatta.
Fabio Gambioli.
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Nicon RS subacquea
Fotocamera digitale Kodak
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Bibliografie
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